Passando da Val D'Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte, Toscana, Umbria, Liguria e Molise, l'Abbecedario Culinario, organizzato dalla Trattoria Muvara (da dove ho
tratto la ricettina favolosa per fare i pretzel tempo fa) è arrivato in Abruzzo, scegliendo come città simbolo L'Aquila e
lasciando a me l'onore di ospitarla
L'Aquila è il capoluogo della regione
Abruzzo e con i suoi 721 metri sul livelli è la terza tra i capoluoghi italiani
più alti (dopo Potenza ed Enna). E'
circondata dalle catene del Sirente e del Velino da un lato e dalla catena del
Gran Sasso d'Italia e dai monti della Laga dall'altra.
Fondata per progetto
dell'Imperatore Federico II di Svevia col nome di Aquila, divenne Aquila degli
Abruzzi nel 1861 e L'Aquila nel 1939. Nel 1229 gli abitanti dei castelli del
territorio decidono di ribellarsi alle vessazioni dei baroni feudali. Rivoltisi
a papa Gregorio IX, ottengono, l'anno successivo, il permesso di Federico II
per la costruzione di una nuova città. Una parte degli abitanti dei
castelli, delle terre e delle ville dei due territori, circa una settantina, si
trasferirono intorno alla metà del Duecento nella nuova città. Le particolari
circostanze della fondazione si riflettono quindi sull'urbanistica della città,
conferendole l'impronta definitiva: ciascun castello ebbe in assegnazione
un'area perché vi si edificassero le case, la chiesa e sulla piazza antistante
la fontana pubblica. Nascono così i vari quartieri e alcuni gioielli
dell'architettura sacra romanica aquilana, quali le chiese di S. Maria
Paganica, di S. Giusta, di S. Pietro di Coppito e di S. Silvestro. Si data a
questo periodo anche la prima fase del monumento più celebre della città, la
Fontana delle "99 cannelle" (allusivo al tradizionale numero di
castelli che avrebbero partecipato alla fondazione). Controverse sono le
notizie riguardanti il numero dei castelli che contribuirono alla fondazione:
la tradizione vuole che siano stati novantanove, ognuno dei quali costituì
un quartiere che rimase legato al villaggio-madre e fu considerato parte dello
stesso per circa un secolo.
Nel 1288 l'eremita Pietro da Morrone decise di edificare proprio ad
Aquila la basilica di Santa Maria di Collemaggio, capolavoro dell'arte romanica e
monumento simbolo della città. Prima della costruzione della basilica, l'area di Collemaggio era occupata dalla Chiesa di
Santa Maria dell'Assunzione; proprio in questa chiesa si narra che Pietro da Morrone trovò rifugio, nel 1275, incontrò in sogno la Vergine e con essa accordò la costruzione
nel medesimo luogo di una nuova maestosa basilica. In essa, l'eremita venne incoronato papa con il nome
di Celestino V il 29 agosto 1294.
Tuttavia, dopo solo quattro mesi di
mandato, Celestino V restituì le insegne pontificie e rinunciò alla
carica, causando la furibonda reazione della chiesa. Venne catturato mentre stava per
lasciare l'Italia, desideroso di tornare a fare l'eremita, e venne imprigionato
nella rocca di Fumone, in ciociaria, dove morì il 19
maggio 1296. Nel 1327 le sue spoglie furono traslate
nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove sono ancora oggi custodite nell'apposito mausoleo.
Nell'agosto dello stesso anno, prima
di rinunciare al suo incarico, Celestino V emanò una Bolla con la quale concedeva un'indulgenza plenaria e
universale a tutta l'umanità, senza distinzioni: un evento eccezionale, che
anticipò di 6 anni l'introduzione dell'anno santo e può essere quindi
considerato il primo giubileo della storia.
La Bolla di San Pietro Celestino, oggi nota come la Bolla della Perdonanza, poneva come
condizioni per l'ottenimento del perdono l'ingresso nella basilica nell'arco di
tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno e l'essere
"veramente pentiti e confessati". La porta di Celestino V, situata sul lato settentrionale della basilica è dunque a
tutti gli effetti una Porta Santa.
La città costituì fin dall'inizio
un importante mercato per il contado, il quale la riforniva regolarmente di
prodotti alimentari: dalla conca fertile proveniva il prezioso zafferano; i
pascoli montani circostanti alimentavano nel periodo estivo numerose greggi di
ovini transumanti che fornivano abbondante materia prima, destinata sia
all'esportazione sia, in misura minore, alla manifattura locale, tale da
richiamare col tempo in città artigiani e mercanti forestieri.
L'Aquila
nel giro di pochi decenni divenne crocevia per il traffico con le altre città
del regno ed extra regno, con le quali era collegata per mezzo della cosiddetta
"via degli Abruzzi" che univa Firenze a Napoli passando per Perugia,
Rieti, Aquila, Sulmona, Isernia, Venafro, Teano, Capua.
L'unificazione
d'Italia fece sì che L'Aquila perdesse la caratteristica di città di confine
senza che la nuova posizione di centralità l'avvantaggiasse perché essa fu
esclusa dalla linea ferroviaria dei due mari con evidenti conseguenze
economiche.
La tradizione gastronomica è molto vasta ed è originaria dalle tradizioni sia pastorali delle zone interne montane che marinare della zona costiera.
I primi piatti si distinguono per
l'uso di formati di pasta tipici
dell'Abruzzo come gli spaghetti
alla chitarra (l' attrezzo utilizzato per la realizzazione è
detto appunto chitarra: la sfoglia si pone sopra la chitarra -costituita da un telaio in faggio avente nella parte superiore
un'incordatura di fili d'acciaio serrati e paralleli- e viene pressata con il matterello
facendolo scorrere in avanti e indietro ed ottendo così gli spaghetti a forma
squadrata), i ravioli ripieni di ricotta di pecora, le "fregnacce" (pasta sfoglia
tagliata male), accompagnati da sughi della tradizione in genere a base
di salsa di pomodoro e carne di agnello o con
brodi vegetali o di pollo. Eredità
della cucina povera sono i piatti a base di legumi come le "sagne"
servite con ceci, fagioli o
lenticchie. Ci sono poi le "scrippelle", "crepes" rusticane di atavismo
francese, servite "m'busse" (bagnate, cioè in brodo) o usate per ricchi
timballi, conditi con poco ragù, e farciti di fegatini di pollo, polpettine al
burro, uova sode e pecorino fresco.
Le carni usate per cucinare sughi e
secondi sono legate alla tradizione pastorale dell'Abruzzo: quindi sono molto
usate le carni ovine. Ricetta tipica aquilana è quella della Pecora alla cottora. Non mancano, ovviamente, gli arrosticini, peraltro diffusi anche nel resto della regione.
I dolci
abruzzesi sono famosi nel mondo: chi non conosce i confetti di Sulmona? E il torrone
tenero al cioccolato dell'Aquila, tante volte invano imitato? E
il parrozzo battezzato da D'Annunzio, dall'impasto di
mandorle grossolanamente pestate? Ma questi capolavori d'alta pasticceria non
facciano tralasciare i dolci tradizionali, spesso sorprendenti, sempre
squisiti: le ferratelle ,
cialde all'anice cotte in una pinza rovente a larghe ganasce scanalate, la cicerchiata , palline di pasta
fritte legate a ciambella con miele cotto, il croccante, specie di torrone di
mandorle e zucchero caramellato, profumato al limone, i mostaccioli,
sostanziosi biscotti addolciti con il mosto cotto; e poi i pepatelli teramani , biscotti di tritello, mandorle e miele ben pepati; e ancoragli
amaretti e le sise delle monache, (tricorni di pan di spagna alla crema) e i bocconotti con la farcia
di mandorle e cioccolato o marmellata.
L'Aquila è inoltre famosa sin dal Medioevo per la produzione di una
eccellente qualità di zafferano (quello della Piana di Navelli) che ha ottenuto recentemente la
certificazione DOP.
Il 6 aprile 2009, alle ore 3:32, dopo diversi mesi di scosse localizzate e percepite in
tutta la zona dell'aquilano, L'Aquila è colpita da un disastroso terremoto di magnitudo
6.3 Mw (5.9 Ml secondo la scala della magnitudo locale) e intensità pari al IX-X grado
della Scala Mercalli, che riporta come
bilancio finale, 308 vittime, 1.500 feriti e più di 65.000 sfollati. Questa
data ha segnato il futuro degli aquilani e della città, che adesso si trova a
lottare per il recupero del proprio patrimonio storico e monumentale che ha
riportato ingenti danni.
Il capoluogo stesso presenta crolli anche totali in molte
zone e gravissimi danni alla maggior parte degli edifici di valore storico e
culturale. Le chiese principali risultano gravemente danneggiate o quasi
completamente crollate.
Particolare rilevanza ha avuto la mancata resistenza e
quindi il danneggiamento talvolta irreversibile della maggioranza degli edifici
pubblici, sia antichi che moderni: ad esempio il Palazzo del Governo (sede
della Prefettura), la Casa dello studente, il Convitto Nazionale,
l'Ospedale San Salvatore e molti palazzi signorili del settecento e dell'ottocento.
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il mio legame con L'Aquila e l'Abruzzo tutto è genetico ed il mio è un Amore incondizionato
vi riporto ricetta e procedimento quindi presi dal libro, di mio ho solamente usato una farina senza glutine
Ingredienti
(per 4-6 porzioni)
- 4 uova
- 150 g. zucchero
- 1,5 dl olio evo
- 300 g. farina (Bi-aglut)
- mezza bustina di lievito per dolci (come da Prontuario)
- 1 limone non trattato o 0,5 dl di liquore all'anice
Procedimento
- in una ciotola abbastanza capiente sgusciare le uova e mescolarle con lo zucchero, quindi aggiungere prima l'olio e poi la farina setacciata con il lievito
- profumare con la scorza grattugiata del limone o con il liquore all'anice ed amalgamare bene fino ad ottenere una pasta morbida e liscia
- ungere lo stampo per le ferratelle con lo strutto o la cotenna e farlo riscaldare molto bene
- con un cucchiaio versare nel centro un pochino di composto, chiudere delicatamente il ferro e lasciar cuocere da entrambi i lati ed estrarre la ferratella, mettendola su una gratella a raffreddare
- procedere in questo modo fino ad esaurimento dell'impasto, ricordando di ungere ogni tanto il ferro
ed ora???
da oggi in poi, e fino al 17 giugno, aspetto le vostre ricette dedicate a questa bellissima regione
vi riporto le semplici regole per poter partecipare
- pubblicate la ricetta sul vostro blog aggiungendo il logo dell'Abbecedario ed un link a questo mio post
- lasciate un commento a questo post con il link della vostra ricetta (avete tempo fino al 17 giugno)
- vanno bene anche ricette già postate, basta che aggiungete il logo ed il link come vi ho appena scritto
- se non avete un blog potete ugualmente partecipare mandando una mail con la ricetta e la foto a trattoriamuvara@gmail.com e lasciando lo stesso un commento a questo post per avvertire che avete inviato una mail
- tutte le ricette "abruzzesi" verrano pubblicate nel blog dell' Abbecedario Culinario
fonti, anche fotografiche:
http://it.wikipedia.org
http://www.comune.laquila.gov.it
http://www.ilcondor.eu
http://www.abruzzomio.it
le ricette:
fave col guanciale, alla maniera abruzzese
ferratelle all'abruzzese
scrippelle m'busse 1
parrozzo 1
pepatelli
ravioli ricotta e pepe
patate e lenticchie
fiadoni 1
fiadoni 2
tiella abruzzese
scrippelle m'busse 2
scrucchiata
sagn' e fasciul'
polpette allo zafferano
pipindun' e ove
parrozzo 2
cianfrachiglie di Castel del Monte
taralli abruzzesi
cavolfiore ubriaco
parrozzo 3
maccheroni alla chitarra
pizzelle abruzzesi
tiella di alici
pane d'abruzzo con farina di solina
cannarozzetti allo zafferano
calamari alla francavillese
maccheroncini aromatici