mercoledì 6 aprile 2011

l'attesa

quanto ancora bisognerà aspettare per riavere L'Aquila?

l'attesa

6 commenti :

  1. E' uno strazio questa attesa... non ci posso pensare che quella meravigliosa città viva e brulicante di gente e giovani a spasso sotto il colonnato (che avevo visitato solo qualche mese prima del terremoto) non ci sia più... Mi rimane il ricordo di una farmacista, lì nella Piazza Cuore dell'Aquila, che con tanta pazienza mi aveva spiegato come raggiungere i vecchietti della Glunò... ho tutto il tragitto ancora segnato su un taccuino rosso...
    Chissà dov'è adesso quella gentile signora... è un pensiero che non mi abbandona...
    Un abbraccio Vale... l'Aquila è stata due volte sfortunata: prima il terremoto e poi il periodo in cui è accaduto, nel mentre di un governo di inetti e incapaci per non dire altro... il paragone si fa presto con l'Umbria. Allora nel 1997 c'era altra gente, un altro mondo... un'altra Italia...

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  2. Vale io non ti vorrei avvilire, ma credo che la risposta te la possano dare le vittime dell' Irpinia :(

    E' tutto molto tragico, non si vede uno spiraglio...Mi dispiace tantissimo di non averla potuta visitare prima.

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  3. L'Umbria ancora non è a posto dal terremoto, a parte le chiese che si sono sbrigate a rifare, c'è gente che ancora aspetta i soldi per rifare casa e vive nelle casette di legno e sono passati 12 anni ragazzi, il governo? Lasciamolo perdere è meglio, pensiamo invece all'Abruzzo grande nostra risorsa del turismo, purtroppo non è facile, considerando la speculazione che c'è dietro!! Mando un bacione a tutti gli Aquilani, non si devono arrendere, hanno diritto a riavere la loro casa, la loro scuola, la loro dignità!!!
    Un bacione Vale!!

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  4. Vale non voglio renderti più amara la vita visto che quello lo faccio con i miei post sul blog ;-), ma nel leggere questa tua frase mi è venuto subito, roba di nanosecondi, il pensiero delle parole dette dal vicepresidente del CNR, quindi non un pinco pallo qualsiasi, che all'indomani del terremoto in Giappone ha sentenziato "Le grandi catastrofi sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio” e “sono talora esigenza della sua giustizia della quale sono giusti castighi”... eccheartrotedevodi'??? la romanità che c'è in me esce fuori... quell'uomo è figlio di una certa Italia in cui mi sento costretta a vivere, ma ti ripeto non l'ha detto un pinco pallo qualsiasi...e lo trovo aberrante! Un abbraccio grande

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  5. io non so che dire... solo che rivoglio L'Aquila...

    fabi@ i tuoi post mi fanno riflettere e non posso non condividerli

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